venerdì 11 dicembre 2009

L’angelus, di J.F. MILLET



Se fossimo lì, insieme ai due contadini che chinano il capo, sentiremmo anche noi il suono delle campane che arriva dalla città lontana, al tramonto, sentiremmo anche noi le mani bruciare per colpa dell’aratro, o i piedi pieni di terra, ma nonostante tutto avremmo ancora la voglia di fermarci e fare silenzio. Perché anche oggi, in cui tutto scorre veloce l’uomo sente ancora quel dolore profondo, che parte dall’anima, che vuole delle risposte e che ha bisogno di essere accarezzato ogni tanto nel silenzio.

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