lunedì 11 gennaio 2010

Un caro amico


Come si può ricordare un amico, un compagno di viaggio, un maestro di vita e di onestà….Ho tante volte domandato a me stesso e agli altri perché Dio vuole a sé gente così dolce e umile. Ricordo che una volta Mogol, in una trasmissione televisiva onorava Battisti affermando che “ dietro al nulla non c’è poesia”. Bruno ha preso il treno e si è imbarcato per viaggi in paesi lontani, ha preso il treno fatto di pensieri…un viaggio assurdo che la ragione non comprende ma la fede sì. Ha liberato la vita da inutili costrizioni e perverse falsità che lui ha combattuto sino alla fine. Ha liberato il suo essere da inusuali modi di fare e finite sicurezze. Ha liberato il suo respiro sperando fino alla finenel futuro. Ha posto il seme e come ricordava il Papa del sorriso il seme deve morire per far nascere e fortificare un albero. Mi stupiva il modo sicuro e il suo parlare forbito arricchito di cultura …..non eravamo abituati da tempo, da tanto tempo avevamo assistito alla barbaria dei nostri rapporti, dei nostri stati d’animo. Con lui il sapere andava di pari passo al vivere e l’umiltà, una cosa strana, ce la donava ogni giorno. Non ignorava la vita e non si atteggiava da giusto, è per questo che aveva mille sogni e mille progetti. Non calpestava l’amicizia e non aveva presunzione di superiorità. L’umiltà era da lui profondamente conosciuta e mai tendeva ad imporre il proprio pensiero. Quanta modestia in tutto questo ?
Mi fa ricordare la voce estiva della sua Bologna fatta di Luci basse e qualche risata che a volte restavano appese a quel cielo arancione della sera e senti come sottofondo le cicale e i rumori dei treni, melodie che forse ogni giorno, nella sua Roma, sentiva nostalgia di udirle ancora. Troppo presto qualcuno ha aperto la finestra quella triste mattina di lunedì, troppo presto hai preso quel treno… Tu che hai avuto la giusta visone del mondo negli occhi dei bimbi, quei bimbi che hai sempre amato. “ Era la tua vera gioia, il tuo vero traguardo….piucchè un capo eri il padre di tutti noi . Per te nessun pensiero, nessuna opinione, nessuna diversità era un male ma anzi era il modo profondo di scoprire il sentiero dell’essere uomo. Per te piazza Vittorio era una magia di colori , profumi, diversità che si confondevano nell’arcobaleno della pace. Al suono di campane risale la mia speranza e cresce il mio canto all’indirizzo del cielo : il Signore ha un nuovo amico con se.
Questo è quello che sento assaporando la visione di questa aria che ondulando mi parla.
Ed arriva la vita, da quella cancellata riparte, dove lo porterà non posso per ora saperlo

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